La Menopausa è un evento normale della vita della donna, non una malattia che mina la capacità di inserimento a tutto campo nelle attività quotidiane.

Il termine menopausa, dal greco menos, mese e pausis, cessazione, porta immediatamente con sé un elemento deprivativo, una mancanza di “qualcosa” che risuona come sottrazione di possibilità ed è questa l’ottica con cui viene letto comunemente, nella nostra società, questo momento della vita. Una società che attribuisce grande valore alla giovinezza e poco alla donna matura.

L’atteggiamento culturale nei confronti della menopausa influenza direttamente la comparsa dei sintomi. Se l’atteggiamento della società è negativo i sintomi sono frequentissimi. Se la società dà valore alla donna i sintomi sono meno frequenti. Anche nella cultura occidentale nei secoli scorsi si attribuiva culturalmente un ruolo diverso alla donna in menopausa. Con l’arrivo della menopausa la donna si trasformava nella custode delle tradizioni e dei riti della comunità. In questa nuova veste diventava sacerdotessa, divinatrice, levatrice, narratrice di favole.

Nella tradizione Tolteca del Messico non si usa il termine menopausa ma il tempo dell’abbondanza, della maternità universale. In Cina questa fase è chiamata nuova primavera, così come in Giappone si chiama konenki che significa cambiamento e transizione.

La menopausa è un viaggio, un pellegrinaggio che richiede tempo. Un viaggio che trasforma non solo il corpo ma l’anima. Il pellegrinaggio della menopausa riguardava il ritorno in quel luogo, quella terra sacra al centro dell’anima, chiamata casa.